Una valida alternativa rispetto ai notebook è rappresentata dagli ultrabook: si tratta di dispositivi leggeri e caratterizzati da un design elegante, il cui display in genere ha una diagonale da un minimo di 13.5 pollici a un massimo di 14.4 pollici. Il touchscreen non è, invece, una peculiarità distintiva di questi prodotti. In genere le aziende tendono a progettare e costruire ultrabook con uno spessore limitato: un dispositivo troppo sottile non è compatibile con uno schermo touch. Ciò che conta è soprattutto che lo schermo sia nitido: ecco perché la maggior parte dei modelli include uno schermo Full HD, con risoluzione di 1920 x 1080 pixel, utile per visualizzare video e immagini, ma anche pagine web e presentazioni di qualsiasi tipo.
Non serve, d’altro canto, una densità di pixel più elevata, tenendo presente che un dispositivo ha bisogno di tanta più energia quanto maggiore è il numero di pixel che devono essere illuminati. Insomma, si tratta di trovare il giusto compromesso tra user experience e durata della batteria. Più che altro, ci si deve concentrare sul bilanciamento cromatico, uno dei parametri che influiscono in maniera determinante sulla riproduzione dei filmati e delle foto: insomma, uno schermo con una velatura grigiastra è in grado di rovinare qualsiasi immagine, a prescindere dalla fotocamera o dalla videocamera utilizzate per immortalarla.
La potenza e la rumorosità
Un altro elemento da valutare nella scelta di un ultrabook è la potenza, che si traduce in velocità: nessuno, ormai, è disposto ad accettare e ad aspettare tempi troppo lunghi per il caricamento di una pagina web o di un programma. Un esempio tra i modelli in commercio può rivelarsi utile per chiarire il concetto: basti pensare al processore i5 7200U del Fujitsu U727, che si differenzia dal processore i5 7Y54 dell’Acer Swift 7 perché garantisce una velocità di lavoro maggiore. Attenzione, però, perché una potenza più elevata presuppone un raffreddamento più consistente: insomma, nel momento in cui il device è a pieno carico la rotazione delle ventole è al massimo, e ciò può incidere sulla rumorosità che viene percepita. Sempre a proposito della velocità di apertura dei programmi e della rapidità di esecuzione, il consiglio è quello di disporre di un SSD veloce e performante al posto del tradizionale hard disk meccanico.
L’autonomia garantita dalle batterie
Per distinguere i migliori ultrabook da quelli che è meglio non acquistare ci si deve concentrare anche sull’autonomia: è chiaro che più un ultrabook permette di non aver bisogno di una presa di corrente nei paraggi e più l’utente è soddisfatto. Come noto, quella delle batterie è una sfida alquanto impegnativa, se non addirittura ardua, per tutte le case produttrici, anche per l’esigenza di coniugare il bisogno di batterie ad alte prestazioni, e quindi piuttosto voluminose, con il desiderio della clientela di usufruire di ultrabook il più possibile sottili, con uno spessore non molto oltre il centimetro.
Cosa manca in un ultrabook?
A volte, dopo aver comprato un ultrabook, ci si rende conto di non poter beneficiare di feature che apparivano scontate e che, invece, mancano: per evitare di andare incontro a brutte sorprese, è sempre meglio verificare la loro presenza in anticipo. Quasi sempre, per esempio, è assente un’unità DVD: chi vuole utilizzare un ultrabook anche per vedere film, dunque, non può fare altro che comprare un device esterno. Al tempo stesso, la quantità di porte di connessione a disposizione è abbastanza ridotta. Pro e contro si bilanciano, comunque: tutti i device di questo tipo offrono l’opportunità di usare Internet e di navigare approfittando di una connessione WLAN. Anche il supporto al Bluetooth, per altro, fa parte della dotazione di serie dei dispositivi. Connettersi alla Rete, dunque, è semplice come bere un bicchier d’acqua.